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Ripresa degli allenamenti dopo la positività al Covid

La ripresa degli allenamenti per chi si è ammalato di Covid-19 è una tematica complessa per la quale è doveroso fare una premessa: alla fine di tutti questi mesi bui lo sport dovrà necessariamente essere parte integrante della nostra quotidianità, dovrà essere percepito esattamente come un farmaco, con una posologia e una dose mirata alla singola persona.

Sedentarietà: c’è una correlazione con il Covid-19?

La recente storia ci ha insegnato che il più celebre virus del mondo moderno colpisce duramente soprattutto persone con delle caratteristiche precise: due di queste, forse le principali, sono obesità e diabete, purtroppo ben presenti nella nostra popolazione e in particolare (guarda caso) nei soggetti sedentari.

Attività fisica come prevenzione per tutti

Se, come tutte le comunità sperano, arriverà presto una sorta di Risorgimento, noi vogliamo esserne participi e responsabili: il nostro impegno, come Medici dello Sport, sarà quello di promuovere ancora di più l’attività fisica per tutti, come momento fondamentale e imprescindibile di prevenzione.

Per tornare al tema di questo articolo, cercheremo di rispondere alle molte domande che ci arrivano da atleti e società sportive e di portare un po’ di chiarezza per tutti , tentando comunque di non farlo apparire come un insieme di nozioni burocratiche.

La ripresa degli allenamenti post Covid-19 può essere repentina?

Come per ogni infezione virale importante, la ripresa degli allenamenti non può essere repentina, per una serie di ragioni mediche che non affronteremo in questa sede: basti però sapere che nella famosa fase di convalescenza, il corpo è ancora debilitato, molti organi hanno più o meno sofferto, spesso indipendentemente dalla gravità dei sintomi e potrebbe coesistere una “coda virale” che ancora potrebbe agire negativamente soprattutto se sovraccarichiamo il nostro organismo, ad esempio con attività fisica intensa.

ripresa allenamenti post covid

Come molti colleghi, protagonisti mediatici in questa pandemia, anche noi dobbiamo purtroppo usare la frase “non conosciamo ancora bene come si comporta questo virus”: essendo la prevenzione il nostro dogma, dovremo adoperare alcune cautele in fase di visita per l’idoneità, a prescindere dal decorso clinico della malattia Covid-19.

Le scelte del nostro team di Medicina dello Sport

In letteratura scientifica i pareri sono contrastanti: per i colleghi inglesi ad esempio un elettrocardiogramma a riposo è bastevole per sostenere che un atleta, dopo l’infezione da Sars-Cov-2, può ritornare a praticare sport tranquillamente; in Italia invece, dove la medicina dello sport è all’avanguardia – sicuramente in materia di prevenzione – le linee guida sono molto più rigide, per molti eccessive, ma essendo appunto suggerimenti si prestano a diverse interpretazioni. Il nostro team ha fatto delle scelte pensate e studiate collegialmente in scienza e coscienza.

Rilascio della certificazione agonistica post-Covid

Gli atleti, sia minorenni che maggiorenni, risultati positivi al tampone con metodo PCR (attenzione, solo attraverso questa metodica, non il tampone rapido e non il sierologico) che chiederanno la visita per la concessione dell’idoneità agonistica dovranno presentarsi a visita muniti del relativo esito, oltre a quello relativo al tampone negativo e/o ad opportuna attestazione di fine quarantena da parte di ATS.

In fase di prenotazione verranno informati che dovranno necessariamente sottoporsi ad un test ergometrico massimale in monitorizzazione continua (bici, step test o camminata in salita). Durante la visita, in base ad alcune variabili diverse da caso a caso, il medico certificatore potrà richiedere ulteriori esami di secondo livello (ad esempio ecocardiogramma e/o monitoraggio elettrocardiografico nelle 24ore secondo holter): deve essere chiaro che il nostro intento non è quello di prolungare “l’agonia dell’isolamento” ma appunto di garantire agli atleti la ripresa degli allenamenti in assoluta sicurezza.

Riprendendo il concetto di “coda virale”, avendo ben compreso che il corpo umano potrebbe trovarsi in un periodo fragile e sensibile, è importante “digerire” che la visita potrà essere svolta solo dopo (circa) 30 giorni dal tampone negativo che segna la fine della malattia attiva.

ripresa degli allenamenti dei corridori dopo positività al covid

L’ostacolo del “return to play” ossia la richiesta delle società di avere atleti con un nulla osta alla ripresa degli allenamenti, nonostante un certificato ancora in essere (può capitare ad esempio che un atleta ottenga l’idoneità medico-sportiva e che dopo poco tempo contragga l’infezione da Sars-Cov-2) in realtà, seguendo le logiche sopra citate, è un atto di responsabilità nei confronti degli atleti stessi.

Rilascio della certificazione non agonistica post-Covid

Per quanto riguarda le visite non agonistiche, se assumiamo che l’impegno cardiovascolare non è importante come nello sport agonistico, allora si potrebbe pensare che sottoporsi ad una visita così completa sia superfluo: di fatto non ci sono leggi che impongono (ndr: leggi salvaguardano) tale scenario ai frequentatori di palestra ma ricordiamo che troppo spesso gli amatoriali o non agonisti conducono allenamenti molto pesanti e il più delle volte senza criterio scientifico.

Nessuna imposizione è di fatto possibile da parte degli enti che ospitano questi atleti ma, ancora una volta a nostro giudizio, il principio su cui si basa un’eventuale richiesta non è sbagliato.

Conclusioni

Sperando di avere fatto un po’ di chiarezza in merito a queste delicate tematiche, vi ricordiamo che solo insieme usciremo velocemente da questa situazione di stallo: solo se ognuno diventa responsabile per se stesso e per gli altri.

A cura del Dott. Matteo Beltemacchi – Specialista in Medicina dello Sport | Direttore sanitario del Centro di Medicina dello Sport Metica Padre Monti

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