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Attività fisica e sport in età pediatrica

L’attività fisica comincia con l’attività motoria che il bambino esercita spontaneamente con il gioco che in alcuni casi, soprattutto quando si svolge in gruppo ed in spazi adeguati, rappresenta un’ottima forma di allenamento. Per parlare di sport è necessario salire di complessità. Si tratta di attività praticate regolarmente, più volte alla settimana, con abbigliamento adeguato, sotto la guida di un allenatore, con la finalità di ottenere il massimo risultato.

La differenza è quindi evidente. I bambini hanno necessità di praticare attività fisico-motoria fin dall’età di 3-4 anni, allo scopo di migliorare la coordinazione e acquisire competenze motorie. Correre, saltare, cambiare direzione improvvisamente, fare le capriole, lanciare un oggetto o “prenderlo al volo” sono ottimi esercizi per imparare a muovere il proprio corpo nello spazio.

Quando il bambino ha più di 6 anni si possono utilizzare le competenze acquisite finalizzandole ad un’attività sportiva. Il nuoto e l’atletica, a questa età, sono attività molto utili e divertenti.

Già dagli 8 anni si può cominciare ad introdurre il bambino in attività più specialistiche e verso gli sport di squadra: calcio, basket, pallavolo, pallanuoto, rugby, oggi in grande crescita. Ma anche gli sport individuali: arti marziali, tennis, scherma, ciclismo possono rappresentare una buona alternativa.

LA CERTIFICAZIONE MEDICA

La legislazione italiana è molto attenta alla tutela sanitaria della pratica di attività sportive. Il complesso di leggi e regolamenti che si prefiggono questo scopo si possono riassumere così:

1) Per l’attività motoria non è necessaria la certificazione;

2) Per l’attività sportiva non agonistica è necessario un certificato del pediatra di famiglia o dello specialista in Medicina dello Sport che attesti, dopo un’anamnesi e visita accurate, la possibilità di praticare sport a questo livello. Almeno una volta nella vita il bambino deve eseguire un elettrocardiogramma per la certificazione;

3) La certificazione per l’attività sportiva agonistica è rilasciata dallo specialista in Medicina dello Sport;

4) Gli sport agonistici sono definiti tali dalle singole Federazioni Sportive che in genere seguono un criterio anagrafico: ad esempio il calcio è considerato agonistico dall’età di 12 anni, il nuoto dai 10 anni, la ginnastica artistica dagli 8 anni.

Per la certificazione agonistica sono previsti accertamenti accurati: anamnesi, visita, ECG base e dopo test del gradino, accertamento spirometrico, accertamenti sulle urine. Con questi accertamenti si ha un quadro completo delle condizioni di salute del ragazzo e si può rilasciare il certificato. In caso di dubbi o in presenza di dati patologici il medico provvederà a far eseguire gli accertamenti integrativi necessari. Il nostro Ambulatorio di Medicina dello Sport Metica Padre Monti di Saronno, essendo convenzionato con il Sistema Sanitario della Regione Lombardia, prevede l’esenzione del ticket per i ragazzi di età inferiore ai 18 anni che necessitino la certificazione agonistica o nei casi di disabilità previsti.

I BAMBINI CON MALATTIE CRONICHE

I successi raggiunti dalle tecniche chirurgiche e dalla medicina permettono ad un numero sempre più elevato di sopravvivere a malattie una volta ritenute inguaribili, spesso con una qualità di vita buona o eccellente. Basti pensare ai ragazzi operati per correzione di cardiopatia congenita, ai bambini che hanno avuto malattie neoplastiche, ai pazienti con diabete, con asma bronchiale o affetti da fibrosi cistica o malattie metaboliche.

Tutti questi ragazzi non devono essere esclusi dalla pratica di sport. Si possono eseguire eventualmente accertamenti più accurati; spesso una prova da sforzo massimale (il test a cura del cardiologo che studia l’organismo mentre compie il massimo sforzo) è utile per esempio capire quali sono i limiti e le possibilità, ma soprattutto, i rischi a cui il giovane atleta può andare incontro. Grazie ai metodi moderni di analisi siamo in grado di studiare bambini e ragazzi con patologie anche molto complesse, per esempio sottoposti a trapianto di cuore, ed autorizzarli a praticare con successo e in tutta sicurezza lo sport che preferiscono.

 

A cura di Dott.ssa Sabrina Menini – Neuropsichiatra Infantile

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