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Patologie dell’orecchio interno

Le principali patologie dell’orecchio interno sono l’ipocausia che consiste in una diminuzione parziale dell’udito e l’anacusia che è invece la perdita totale dell’udito.

Fisiologia

L’organo dell’udito si suddivide in tre apparati:

  1. Apparato di trasmissione – Raccoglie, trasporta ed amplifica le onde sonore. E’ costituito dal padiglione auricolare, dal condotto uditivo esterno, dal complesso timpano ed ossicini e dai liquidi del labirinto cocleare.
  2. Apparato di trasduzione – Trasforma le onde sonore in energia “bioelettrica”. E’ formato dalle cellule neurosensoriali dell’organo del Corti situato nella chiocciola.
  3. Apparato di trasferimento e percezione – Trasporta l’energia bioelettrica e la trasforma in sensazione sonora. E’ formato dal nervo acustico (cocleare), dalla via acustica centrale e dalle aree acustiche cerebrali.

Semeiotica

Ognuno degli apparati può essere colpito da varie patologie per cui la perdita di udito (ipoacusia) può essere:

  • Trasmissiva – il danno colpisce l’apparato di trasmissione. Rimane normale la funzione della chiocciola, del nervo e delle vie acustiche.
  • Percettiva – Il danno colpisce l’apparato di trasduzione e/o quello di trasporto e/o percezione. La funzione dell’apparato di trasmissione può essere del tutto normale.
  • Mista – quando il danno colpisce più apparati.

La distinzione tra questi tipi di ipoacusia è molto importante!

L’intervento chirurgico di ricostruzione

Ad esempio, sarà del tutto inutile prospettare un intervento chirurgico di ricostruzione del complesso timpano-ossiculare (membrana del timpano e catena degli ossicini: martello, incudine, staffa) in un soggetto che presenta anche danni del sistema di trasduzione, trasferimento e percezione.

Il sistema timpano-ossiculare ricostruito a perfezione condurrà ed amplificherà perfettamente le onde sonore ma esse non potranno essere trasformate, percepite e/o interpretate come sensazione acustica dal cervello.

L’intervento, quindi, sarebbe perfettamente inutile.

Diagnosi

La diagnosi si formula con l’aiuto di una cospicua serie di esami strumentali:

  • Audiometria tonale (es. audiometrico). Nell’esame si ricerca la “soglia di minima udibilità” e cioè la minima pressione sonora che deve possedere un suono per evocare nel soggetto sottoposto all’esame una sensazione uditiva.
  • Audiometria vocale. Nell’esame si valuta la comprensione della voce ed è quindi fondamentale nella scelta di una eventuale protesizzazione.
  • Esame impedenzometrico. L’esame valuta l’impedenza del sistema timpano e catena degli ossicini e determina l’integrità del sistema di trasmissione dei suoni.
  • Audiometria a potenziali evocati (ABR). L’esame valuta il potenziale d’azione del nervo acustico e valuta l’integrità delle vie acustiche centrali

Patologie dell’orecchio interno più frequenti

Ipoacusia improvvisa e fluttuante

L’ipoacusia improvvisa consiste in una perdita di udito di tipo percettivo che in alcuni casi può regredire totalmente o parzialmente, in altri, può assumere un carattere definitivo. Colpisce un solo lato ed ha un esordio improvviso.

Talvolta il disturbo si può ripresentare a distanza di tempo (ipoacusia fiuttuante).

Oltre alla ipoacusia il paziente può accusare acufeni e vertigini di varia entità.

Cause

La malattia può essere secondaria ad altre patologie tra cui ricordiamo:

  • eventi traumatici dell’orecchio medio (fratture);
  • infezioni virali (parotite epidemica, herpes zoster, morbillo, varicella, rosolia, influenza);
  • infezioni batteriche (labirintite);
  • disturbi circolatori (vasculopatie) nel diabete, nell’insufficienza renale negli spasmi o nelle trombosi dei rami dell’arteria uditiva; neurinoma del nervo acustico;
  • sclerosi multipla.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, nonostante gli sforzi per diagnosticare la causa, l’ipoacusia improvvisa non può essere spiegata (forme idiopatiche).

Non a caso, SIMMONS, infatti, definì la ipoacusia improvvisa come “un sintomo alla ricerca di una diagnosi”.

Diagnosi

La diagnosi si formula mediante gli accertamenti (esami audiologici, esami ematologici o tecniche di imaging: TAC, RMN) che sono utili per ricercare le patologie suddette.

Nella diagnosi, oltre all’otorinolaringoiatra, è molto importante l’intervento dell’audiologo, che rappresenta lo specialista di riferimento.

Terapia

La terapia si avvale del cortisone ad alte dosi con riduzione scalare, di antiaggreganti piastrinici (fluidificazione del sangue) e di diuretici osmotici (se si sospetta un’idrope cocleare come nella S. di Mèniére).

La terapia deve essere instaurata precocemente (entro 1-2 giorni) per avere buone possibilità di recupero funzionale anche totale. Tuttavia la perdita di udito totale da un lato non è un evento eccezionale (anacusia).

L’ipoacusia improvvisa è pertanto una vera e propria urgenza audiologica e non deve essere confusa con altre patologie molto più benigne che possono causare ipoacusia (tappo di cerume, otiti ecc..).

Questo fatto, purtroppo, avviene frequentemente ed il paziente si rivolge molto spesso allo specialista in grave ritardo.

Presbiacusia – Sordità

L’organo dell’udito va incontro ad un precoce invecchiamento forse poichè esso è sempre sottoposto a continue sollecitazioni. Con l’avanzare del tempo la capacità uditiva progressivamente diminuisce (presbiacusia).

L’ipoacusia è spesso accompagnata da acufeni a tonalità alta ed è caratterizzata inizialmente dalla difficoltà a percepire i suoni acuti. Si tratta, dal punto di vista audiometrico, di una ipoacusia di tipo recettivo.

La curva audiometrica è una curva in graduale discesa, con iniziale aumento del livello di soglia per le frequenze acute e successivo aumento, con il passare degli anni, anche per le altre frequenze.

Sintomi da presbiacusia

Il paziente affetto dalla prebiacusia non si accorgerà di particolari problemi uditivi sino a quando la perdita uditiva non supererà la soglia di 35 db circa definita soglia di idoneità sociale. Al di sotto di tale livello di udito, infatti, il soggetto comincerà a riferire i primi problemi di percezione e comprensione della voce parlata.

La descrizione del fenomeno è tipica: i pazienti riferiranno infatti di “sentire i suoni ma di non capire le parole”.

Nella progressione della prebiacusia compariranno successivamente altri problemi legati ad un progressivo deterioramento delle aree acustiche del cervello legate alla percezione uditiva. Per questo fatto sarà importante adire in tempi precoci alla applicazione di idonee protesi acustiche.

La percezione dei suoni è un fenomeno complesso che presuppone la perfetta integrità di diverse strutture. Il segnale bioelettrico che si genera nella chiocciola viene infatti trasportato dal nervo acustico alle aree acustiche del cervello dove viene codificato, decodificato ed infine interpretato come sensazione uditiva cosciente e dotata di precisi significati.

Se per troppo tempo queste aree dell’encefalo non ricevono dall’orecchio adeguati stimoli, si perde progressivamente la capacità di interpretare il suono e di riconoscerne i più intrinseci contenuti.

Questo fatto spiega come sia possibile che in alcuni casi anche l’applicazione delle protesi acustiche non porti ai risultati voluti soprattutto se la protesizzazione viene eseguita dopo trascorso un intervallo di tempo troppo lungo dall’insorgenza della ipoacusia.

Ipoacusia da trauma acustico cronico

L’ipoacusia da trauma acustico cronico avviene per esposizioni prolungate a rumori con particolari caratteristiche (soprattutto nella attività lavorativa). La vita dei nostri tempi impone all’uomo di passare gran parte della sua esistenza in ambienti nei quali il “rumore” può essere molto intenso e protratto nel tempo.

Il trauma acustico può agire con meccanismo acuto o con meccanismo cronico:

L’ipoacusia da trauma acustico acuto avviene per esposizioni improvvise a rumori molto violenti (ad esempio esplosioni). E’ spesso unilaterale ed è prodotta dall’onda sonora, che agisce elettivamente su alcune strutture della chiocciola (organo di Corti).

L’ipoacusia da trauma acustico cronico avviene per esposizioni prolungate a rumori con particolari caratteristiche (soprattutto nella attività lavorativa).

I processi degenerativi interessano all’inizio una piccola parte dell’organo di Corti; con il persistere dell’azione traumatica i fenomeni degenerativi si estendono progressivamente agli altri settori dell’organo e ad altre parti delle vie acustiche.

A cura del Dott. Claudio Lambertoni – Specialista in Otorinolaringoiatria


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